(Estratto dal Corriere della Sera di venerdì, 16 ottobre 2015)
Ancora prima della comparsa del Homo sapiens, altri individui del genere Homo hanno abitato le terre del Molise e, a quanto pare, hanno trovato pane per i loro denti. Il primo reperto fossile umano testimoniato in Italia è rappresentato infatti da un dentino di latte di un bambino di 5-7 anni che ha vissuto nel nostro Paese quasi 600.000 anni fa, in un sito archeologico, Isernia La Pineta, ricco di tesori antropologici testimonianti una cultura molto antica e ben stabilizzata. I parenti del bimbo che ha perso il dentino erano ancora molto primitivi e portatori di strumenti litici antiquati; non usavano asce e si avvalevano di pietre scheggiate e molto rudimentalmente levigate. I resti dei grossi animali che vivevano in quelle zone mostrano però profonde ferite da taglio. Quegli uomini primitivi in sostanza non se la cavavano tanto male, né ce la caviamo male noi, loro discendenti, che siamo stati in grado di ricostruire tutti questi fatti, arcani e remoti. Quindi quelle regioni d’Italia erano abitate da uomini resistente e laboriosi che riuscivano a sopravvivervi in condizioni quasi disperate. La loro vita doveva scorrere non molto diversamente dalla nostra, perché in fondo il vissuto degli umani è sempre lo stesso: scappare, cacciare, raccogliere, mangiare, riprodursi e proteggere la prole nata più o meno avventurosamente in tempi così duri. Già la prole. Che cosa potevano fare i ragazzini e le ragazzine? Forse non molto di diverso da ciò che fanno oggi, e il dentino di latte caduto sta a dimostrare una continuità e quasi una quotidianità di quella vita. Mi è da poco nato un nipotino e in questi giorni ha cominciato a sorridere, cioè a mostrarsi in tutto e per tutto un essere umano. Ne seguirò presto la trafila che ho già visto con i miei figli: l’acquisizione del linguaggio, lo stare in piedi e camminare, esplorare la casa e il resto del mondo, riconoscersi allo specchio e dire «Io», con tutto ciò che segue. Il bambino che ha perso il dentino a Isernia tante migliaia di anni fa non avrà fatto molto di diverso e sarà stato fiero del suo crescere e diventare adulto, così come alla sua mamma avrà fatto piacere vederlo arrivare ai 5-7 anni, un’età che non tutti i bimbi raggiungevano allora. La notizia ha grande importanza scientifica e storica, ma anche una valenza umana quasi inimitabile: il più antico reperto della presenza di esseri umani è un dentino da latte di un bambino. La scienza, la storia e la natura umana si compenetrano in tale evento, il cui significato poetico va molto oltre quello scientifico. Seguiamo con simpatia le vicende della scienza e ci scopriremo sempre più umani.
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